Date: 1998/03/02 00.44
From: "S. E. T. H." <usejustonce17@hotmail.com>
To:
Mi avete chiamato SETH, e Seth io saró. Mi avete chiamato Lucifero? Cosí sia. Chiamatemi Shaitan, Iblis, o perfino Chtulhu... Chiamatemi come desiderate, poiché i nomi non sono che nomi, ed io sono solito indossarli liberamente e mutarli assai piú spesso del colore dei miei abiti...
In ogni caso...
Io sono...
IL NEMICO
Per tutti voi che ancora vi illudete di poter ottenere qualcosa, qualunque cosa, senza combattere, morire, e sacrificare la vostra anima.
Se io potessi provare gioia, in questo momento ne avrei occasione, poiché vedo chiaramente che molti di voi giá mi appartengono, e il cammino di voi deboli Alterazioni si fa ogni giorno piú labirintico ed irto di spine. Ma é scritto che nell'ascendere al Golgotha si debba portare in spalla la propria croce. Il dono della Morte non é facilmente elargito.
Alcune parole ad alcuni di voi...
A coloro che giá vi appartengono: non nascondetevi, non fingete di non sapere, poiché non potete sfuggirmi. Non vi é nulla nelle vostre menti e nelle vostre anime che mi sia ignoto. Io vi riconosco come miei servi e trastulli, e non gioitene, poiché non ne avrete ricompensa.
Al dottor La Spada, che osa sfidarmi canzonando i miei versi: il tuo spirito mi diverte molto piú di quanto tu possa sperare. Puoi iscrivermi tra i "simpatizzanti" del tuo nuovo "partito". Non gioirne, poiché non te ne verrá alcun bene. Ah, e ti raccomando di insistere nelle tue frequentazioni di esorcisti e altri mentecatti di tal risma, poiché ne trarrai grande divertimento...
Infine, qualche parola per quel debole mortale dalla mente confusa che si trastulla con la fiamma di una torcia accesa e si pavoneggia, con ammirevole spirito autodistruttivo, nel decrepito blasone della defunta stirpe dei Matsch. I tuoi adorati avi, mio caro "Raphael", non erano per me che giocattoli, giocattoli che ho distrutto quando me ne sono annoiato. Se tu insisterai a seguire le loro infelici orme sulla Via delle Ombre, certamente riuscirai nel tuo intento di ricongiungerti a loro in un destino assai peggiore di quanto tu stesso, con tutta la tua perversa immaginazione, potresti riuscire a concepire. A proposito, non fui io a trarre ispirazione per quei versi dallo scritto di Anton Schlinig, bensí quell'alchimista fallito a ispirarsi ad una breve conversazione che anni or sono ebbe con me...
A risentirci, mie care Alterazioni del Pathos, e vi assicuro che questo non é per voi un buon augurio.