Date: 1998/03/13 17.15
From: "L. Kolosimo" <timewalker@geocities.com>
To:
cercando... cosa? se stessi?
> Ok, l'inizio gia' non mi piace. Voglio dire, finche' possibile
> rifiutero' il fatto che qualcosa sia cambiato tanto da indurmi a
> scrivere frasi come quella qui sopra.
Tante domande, poche o nessuna risposta: questo è il nostro retaggio, caro Mario. Anch'io sento la necessità di cercare le risposte che sono dentro di me, e forse tutto questo non mi basta più.
E' inutile illudersi: siamo sull'orlo del cambiamento, e non possiamo essere così folli da negarlo.
Ho cercato le risposte in dodici fogli e in altrettanti indovinelli, pensando che potessero contenere risposte: ma niente. Devo dire però che il confrontarmi con altre persone mi ha riportato al tempo del mio viaggio in Tibet, quando tutto mi sembrava estremamente chiaro, cristallino, come la neve e il vento che mi attorniavano.
Non posso dire di trovarmi di nuovo in quella situazione... come chiamarla... di *consapevolezza*, ecco. Ma il richiamo della conoscenza si fa sempre più forte, non posso concentrarmi a lavorare su una epigrafe o una moneta antica senza interrompermi inorridito a chiedermi "cosa sto facendo qui?!?".
E il triangolo invisibile tracciato al centro della mia fronte da un antico maestro torna a illuminare la mia quotidianità. Non so se quel che vedrò al di là di essa mi piacerà, né se sarò in grado di non accettarlo. Ma è qualcosa che va fatto.
Per questo, cari amici, vi scrivo questa lettera. Non è propriamente un addio, spero che ci rivedremo presto, magari in quella bellissima cittadina che è Lucca, fulcro del pathos. Ma io, in questo momento, parto.
Parto, e la mia meta non ha importanza. Il Tibet, Atene o Gerusalemme, o forse tutte e tre e nessuna al tempo stesso. L'importante è partire sempre e non smettere mai di cercare.
Parto, e la mia meta sono io. Se tornerò, tornerò con altre domande, ma forse l'essenza delle nostre vite è tutta qui. Chi lo sa? (un'altra domanda...)
Parto, e potrei tornare, e spero che anche allora mi riconoscerete.
Un saluto
Dr. Lorenzo Kolosimo
Dipartimento di Archeologia dell'Accademia di Bologna