Date: 1998/04/23 09.18
From: Andrea Mognon <fealoro@yahoo.com>
To: PathosNET@telemaco.telemaco.it
Da qualche tempo seguo questa ML ma ho sempre evitato di intervenire a
causa della eccessiva frammentazione della discussione. Il sig. Monti
mi permette pero', e aggiungerei finalmente, di poter esprimere la mia
opinione su una questione che penso sia importante per comprndere
quale sia il destino di Pathos, o quanto meno erso quale direzione
dovremmo muoverci aldila' delle diatribe personali e delle
disquisizioni storiche (su cui pero' non pongo alcun veto).
In particolare vorrei focalizzare l'attenzione sul tema di questo
oggetto che chiamiamo Graal. Sappiamo tutti che la sua leggenda
appartiene alla cultura cristiana (aggiungerei anche europea), ma e'
altrettanto evidente che riflette allegorie e simboli antecedenti ai
tempi cristiani (e.g. il calderone magico dei celti). Le possibilita'
quindi sono due:
(a) Il Graal e' una idea che va aldila' della cultura cristiana, ma
allora trovo sbagliato riferirsi esclusivamente agli ultimi duemila
anni di storia e penso sia addirittura pretenzioso riferirsi ad un
calendario gregoriano o occidentale per il computo dei millenni.
(b) Il Graal nasce e trae la sua potenza dalla religione cristiana. In
questo caso allora bisognerebbe chiedersi cosa c'era prima, come era
regolata la disputa o addirittura se esisteva una disputa per il
potere. Questa possibilita' inoltre suggerisce chi possa essere
l'arbitro imparziale.
In realta io propongo una terza possibilita' che rende le due
precedenti entrambe vere ma inutili. Io penso che in realta' le
regole di questa disputa non esistano vere e immutabili ma cambiano in
funzione del tempo e del luogo. E' un po' una soluzione "di comodo" ma
anche quella piu' evidente. Resta da chiedersi chi sia a decidere di
volta in volta quali sono queste nuove regole. Io ritengo che non vi
sia una entita' consapevole a creare le regole ma piuttosto sia
l'umanita' stessa a dare ai contendenti i limiti della contesa.
Banalmente si potrebbe supporre che sia l'umanita', inconsciamente, a
creare e controllare pathos e gli eterni e non viceversa. Del resto
questa e' l'ammissione stessa di pathos, solo che finora e' stata
letta in un verso e non nell'altro.
Ma allora chi controlla l'umanita' (intellettualmente prima che
politicamente) potrebbe avere il controllo completo sulla realta'
(e.g. verso la fine dell'ottocento il mondo filosofico era controllato
da Hegel, a cosa ha portato questo?).
Ovviamente queste sono supposizioni.
Scusate se vi ho tediato troppo a lungo, e ringrazio ancora il sig.
Monti per avermi dato l'occasione di intervenire.
Andrea Mognon
p.s. Non potro' accedere alla mail nel fine settimana quindi dovrete
aspettare fino a lunedi' per le mie risposte alle vostre proteste.
Grazie
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