Date: 1998/05/06 10.06
From: "Alessandra Fulcanelli" <a.fulcanelli@mailcity.com>
To: PathosNET@pathos.it, "Fabrizio Ermini" <hermooz@telemaco.telemaco.it>
>On Tue, 5 May 1998, Francesco M. wrote:
>
>> Mi scuso con chiunque si sia sentito ferito o comunque colpito negativame=
>nte
>Non c'e' bisogno di scusarsi, come ti avevo detto ...
R1+R3=?
Questo e' un problema piu' complicato di quanto sembra.Anche io, nel sentire la notizia (omicidio/suicidio(?) in Vaticano), avevo avuto l'impulso di commentarla (dal mio punto di vista, naturalmente, ;-]). Non l'ho fatto perche' mi sono "autorepressa". Ma e' giusto? Secondo me no. Noi viviamo di emozioni, trasformiamo le emozioni in comunicazione e interazione e, in fondo, ce ne serviamo per sviluppare la nostra vita "alternativa" (o il nostro "gioco", come preferite). E queste emozioni provengono in larga parte da quello che e' accaduto e continua ad accadere nel mondo R1, tutti i giorni. E' terribile pensare di dover reprimere i propri impulsi anche nel nostro DOMINIO, di dover riflettere troppo su "ma questo che sto per dire offendera' la sensibilita' di qualcuno?". Qui nessuno si deve offendere, perche' qui siamo DIVERSI dagli "uomini qualunque". Quindi secondo me non dobbiamo sentirci troppo limitati (solo poco poco) quando sentiamo l'impulso di "elaborare" un'emozione ch!
e ci viene fornita dal mondo. Naturalmente questo non vuol dire "sghignazzare" sulle tragedie personali o collettive, ma vuol dire reinterpretarle secondo la nostra "natura", collegarle ai nostri eventi, comunicare con i nostri fratelli. E mi sembra che questo finora sia stato fatto.
Quindi, insomma, non so se mi sono spiegata:
NO all'autorepressione (rischieremmo di smorzare la creativita')
SI alla moderazione (parliamo "seriamente", non sghignazziamo sulle tragedie).
a.fulcanelli
(quella che, quando entra in una cattedrale, cerca sempre il "punto debole" ;-}
d'altra parte, con un cognome cosi', cosa ci si puo' aspettare?!!!)
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