Date: 1998/05/06 10.49
From: pistol@pscs2.irmkant.rm.cnr.it
To: PathosNET@pathos.it
<R1>
>E' terribile pensare di dover reprimere i propri impulsi anche nel nostro
>DOMINIO, di dover riflettere troppo su "ma questo che sto per dire offendera'
>la sensibilita' di qualcuno?".
Credo invece che il nocciolo della questione, stia proprio nel RIFLETTERE
sulla cosa. Se riflettiamo sulle cose, siamo in grado di capirle a fondo e
di potere correttamente discernere tra R1 ed R3, e quindi siamo in grado di
poter produrre elementi narrativi di gioco in R3 che originano da una
tristissima R1 senza per questo arrivare ad offendere nessuno.
E proprio perche' stiamo giocando ad un gioco a cavallo tra R1 ed R3 che
dobbiamo usare cautela e riflettere sui contributi narrativi che portiamo e
che originano dalla R1, non solo quella triste, ma anche la R1 normale (mi
riferisco ad esempio alla rilettura in chiave emPathica fatta da Teo
Mora/Buonarroti di certi eventi storici). Per cui:
>Qui nessuno si deve offendere,
Non mi sembra un "must" correttamente posto. Proprio perche' viviamo di
emozioni, ci possono essere persone che possono sentirsi offese da certi
argomenti o dal MODO con cui certi argomenti vengono proposti, perche'
hanno una sensibilita' diversa da certe aquile combattive. Dobbiamo capire
che siamo persone diverse, con diverse sensibilita' che vanno tenute in
considerazione. Finche' non capiremo questo, non potremo mai definirci
degli esseri "sociali", perche' quella che a noi sembra un'interazione
sociale in realta' e' un'imposizione di un'emozione personale su altri con
la violenza (una violenza emotiva, intendo, del tipo: "io non posso
reprimere il mio impulso, e quindi 'sti cazzi se la cosa puo' farti male").
> perche' qui siamo DIVERSI dagli "uomini qualunque".
Sento una certa aura Laziale in questa frase. La Forza (Lazio) scorre
potente in questa donna... :-)
>Naturalmente questo non vuol dire "sghignazzare" sulle tragedie personali o
>collettive, ma vuol dire reinterpretarle secondo la nostra "natura",
>collegarle ai nostri eventi, comunicare con i nostri fratelli.
Purche' non si esageri. Non voglio certo ritirare fuori (tanto meno qui in
una ML di gioco - che pero' si pone anche questi problemi) una questione
tanto dibattuta sul modulo White Wolf sull'Olocausto (assolutamente serio
nella R3 del World of Darkness), pero' come si puo' ben capire da
quell'esempio pubblico nel mondo dei GdR bisogna SEMPRE andarci cauti,
anche in una rilettura "seria" nella realta' di gioco, per non trasformare
una liberta' personale in mancanza di rispetto verso il prossimo. Per cui:
>NO all'autorepressione (rischieremmo di smorzare la creativita')
Sono in disaccordo, perche' mi sembra giusto che ognuno si ponga dei
limiti, o perlomeno tenga in considerazione i limiti degli altri, se
viviamo in una societa' di persone che si rispettano.
>SI alla moderazione (parliamo "seriamente", non sghignazziamo sulle tragedie).
Concordo appieno, e questo secondo me e' il modo in cui va letto anche
l'intervento di Kronos. Credo che lui intendesse far notare che ora,
soprattutto, il tragico evento e' un po' troppo "fresco" per essere
elaborato a cuor leggero. Sa un po' di cinici avvoltoi (non di aquile
combattive), e forse sarebbe il caso di affrontarlo solo tra un po'. E in
ogni caso, SENZA ESAGERARE. E' vero che la R1 offre delle terrificanti
combinazioni di spunti narrativi, ma dobbiamo anche essere in grado di
controllare i nostri impulsi a trasformare in gioco tutto cio' che e'
realta'.
>a.fulcanelli
>(quella che, quando entra in una cattedrale, cerca sempre il "punto debole"
>>;-} d'altra parte, con un cognome cosi', cosa ci si puo' aspettare?!!!)
che sia la direttrice di un penitenziario da cui non si puo' ne' uscire ne'
entrare... (chiara la citazione?!) :-)
Giuliano