Date: 1998/06/24 16.49
From: Silvia Brunati <sbrunati@corelli.nexus.it>
To: PathosNET@telemaco.telemaco.it
Inizio R1
Vista la tiratura delle avventure del BVZM ( Martin Mystere per chi non lo
sapesse ) e considerando quindi le probabilita' che qualcuno in ML lo legga,
ho deciso di fare la rassegna stampa del "Dizionario dei Misteri n 15",
allegato allo "Speciale" n 15 in edicola dal 5 Giugno.
pag 37:
Articolo piuttosto lungo su 3 quadri aventi lo stesso titolo : I pastori
d'Arcadia ( ricorda qualcosa ?? )
Dissertazione sulla scritta "Et in Arcadia ego" che, mancante del verbo, e'
grammaticalmente sbagliata ( almeno cosi' dice chi sa di latino NdR ).
Interpretazione esoterico-geografica tendente a dimostrare che la seconda
tela di Poussin indica il monte Cardou nel sud della Francia nei cui
anfratti sarebbero sepolti i resti di Cristo.
Manca invece la conferma di una sagace interpretazione dei dipinti (
ovviamente la mia :-)))) ), in base alla quale il gruppo raffigurato non
puo' essere di pastori in quanto :
a) non si vedono bestie di nessun tipo
b) 2 figure maschili hanno delle foglie nei capelli come se fosse alloro (
mai visto un pastore con coroncine, io ... )
c) la terza figura maschile ha dei sandali troppo ricercati per essere un
pastore serio
d) la figura femminile e' troppo anziana per essere una pastorella con la
quale i fauni possano divertirsi, che ci sta a fare in mezzo ai boschi allora ?
Perche' non trovo mai da nessuna parte la conferma delle mie brillanti
ipotesi ???
pag 60:
Il piu' grande affresco esistente e' quello della biblioteca di Boston.
L'opera, terminata nel 1911 dall'americano Edwin Austin Abbey, ha una
superficie di 1395 metri quadrati e rappresenta la processione del Santo
Graal ( e ti pareva NdR :-))). In essa sono raffigurati 400 personaggi,
derivati dalle opere di Wagner e l'enorme tempio in cui si conserva la sacra
coppa. L'affresco non ha riscosso l'apprezzamento della critica, ma e'
piaciuto al pubblico per il realismo delle figure e la suntuosita' dell'insieme.
Baci ed abbracci
un giornalistico Fabio Ruggiero
Fine R1