Date: 1999/04/10 22.01
From: Massimiliano Simonasky <miscredente@yahoo.com>
To: PathosNET@pathos.it
--- pulitzer@innocent.com wrote:
> UNA BOMBA POCO INTELLIGENTE A BOLOGNA?
>
> Questa notte, alle 5:17, gli abitanti di Camugnano
> (Bologna) devono aver creduto che la guerra nel
> Balcani avesse colpito anche loro. Gli Edifici della
> ENEA C.R.Brasimone, dedicati alle ricerche sulla
> fusione nucleare sono stati distrutti da
> un´esplosione, di cui ancora non e´ stato possibile
> accertare la causa. Il comando NATO di Aviano ha
> smentito qualsiasi collegamento con le operazioni di
> guerra in Serbia. Infatti qualcuno aveva
> immediatamente ipotizzato che si fosse trattato di
> una bomba assai poco intelligente’ che aveva
> colpito il bersaglio sbagliato.
> All´interno degli edifici, vi erano alcuni tecnici e
> il personale di sorveglianza. I soccorsi sono stati
> immediati, anche grazie all´intervento degli
> automobilisti di passaggio nella zona, accorsi per
> primi sul luogo del disastro. I feriti, una decina,
> sono stati trasportati immediatamente nell´Ospedale
> di Bologna. Purtroppo non e´ stato possibile mettere
> in salvo due guardie giurate che si trovavano in
> prossimita´ dell´esplosione. Le operazioni di
> salvataggio sono ancora in corso e probabilmente il
> bilancio delle vittime è destinato ad aumentare.
> Sono in molti oggi, a Bologna, a ringraziare il
> fatto che un referendum abbia bloccato le centrali
> nucleari in Italia. Cosa sarebbe successo se a
> Camugnano ci fosse stata una Centrale?
>
Il direttore del Centro, A. Pizzuto, si è dichiarato
quantomeno stupefatto da quanto accaduto.
"C'è talmente tanto ferro dentro quei muri che
starebbero in piedi anche senza cemento"
L'ing. Pizzuto ha poi affermato che l'unica ipotesi
credibile è quella di un'attentato, visto che gli
studi sulla fusione possono dare fastidio a molti, per
questioni economiche e politiche. Ha poi accennato al
fatto che gli Stati Uniti si sono appena ritirati
dalle ricerche internazionali sulla fusione,
concentrandosi su un loro progetto con forti ricadute
belliche; questi riferimenti non sono sembrati affatto
casuali, ed il rischio di un "casus" diplomatico tra
Italia ed Usa, soprattutto in un momento così caldo,
non è trascurabile.
L'ing. G. Dell'Orco, capo progetto degli impianti, in
seguito, ha sostanzialmente confermato le
dichiariazioni del suo diretto superiore.
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