Franco Malatesta -- [pathosNET] Polu' taragmòs en brotois kai en teois

Date: 1999/04/28 13.52
From: Franco Malatesta <quasimodo53@yahoo.com>
To: PathosNET@pathos.it


Max Simonasky ha scritto :
> Aggiungi a ciò che quello che dice è sacrosanto, e
che
> se volevi difendere il cerchio mistico potevi farlo
> decisamente meglio e con più solidi argomenti (anzi
> con argomenti)

Spiacente, io non ho mai parlato di Mistico Cerchio.


Andrea Gnesi ha scritto :
> Un dio, uno vero dovrebbe dare non prendere. La
maggioranza di voi (in
> tutto esistono sempre le eccezioni) si limita a
"succhiare" potere (come se
> dei mortali ne possano avere di più di voi).

Quale potere?
Cerchiamo di sfatare questa leggenda una volta per
tutte: dove lo avreste voi questo "potere"? E che cosa
ve ne fate?
Io so soltanto che ci sono cose che io so, che io
posso
fare e che io posso insegnare. Altri "poteri" non ne
vedo. A meno che tu non ti riferisca ai nostri Nemici,
ovviamente.


> Dove sono le emozioni che
> dovreste donare a l'umanità tutta (e probabilmente
in particolare a noi
> "eletti") e di cui vi vantate essere l'incarnazione
più pura? Dove é
> l'ordine che dovreste portare nel caos dell'assenza
e della presenza? Dove
> é la libertà che dovreste portare all'umanità?

Alla fine, voi non avete ancora capito niente.
Volete gli dei che scagliano fulmini e evocano
terremoti? Guardatevi "Maciste contro Godzilla"!

Voi non avete la piu' pallida idea di cosa voglia dire
essere una "Nota" e invece di chiedervelo, invece di
ascoltare e imparare, urlate. E non dite niente.

Abbiamo (hanno, mi verrebbe quasi da dire) conosciuto
l'Oblio. Forse per capire cosa vuol dire essere
uomini. E abbiamo conosciuto il Risveglio, forse per
ricordare cosa voleva dire essere dei.
Questo avrebbe dovuto avvicinarci. Invece voi volete
per forza costringerci in gabbie da voi create e da
voi odiate. Tizio ci vuole piu' umani, Caio piu'
divini.
Se davvero fossi un dio, probabilmente vi sparerei un
paio di fulmini, e festa finita. Poi violenterei la
vostra donna che il vostro sangue e' ancora caldo
[;-)].

Invece ho seguito la mia strada (una strada che ha un
cuore, direbbe don Juan) e sono arrivato fin dove
potevo. Adesso sono seduto in mezzo al fiume, e
aspetto. Ogni tanto vedo passare qualcuno, trascinato
dalla corrente, e gli porgo la mano, faccio un gesto
per lui. Sul mio sasso c'e' posto per alcuni amici.
Quando ci saremo parlati e ci saremo specchiato uno
nell'altro, saremo pronti per un altro passo verso la
prossima sponda.
Senza fulmini e senza terremoti.

Per duemila anni avete chiesto dei piu' vicini a voi,
dei che non vi fossero estranei. Adesso li avete.
Vedremo cosa saprete farne.


Franco

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