Date: 1999/07/26 06.56
From: "Jacopo" <pinguino@mail2.dex-net.com>
To: <PathosNET@pathos.it>
Gentile Buonarroti,
dalle sue lettere, come da quelle del suo collega Buendia, mi pare, ma
potrei anche sbagliarmi, trasudare un vero ribrezzo, misto a schifo nei
confronti dell'operato delle Note, dell'uso dell'energia del Pathos, e
quasi, sottolineo il quasi, lo stesso genere umano. Con accezioni diverse,
ma nel fondo mi pare di scorgere questo denominatore. Non che mi colpisca
più di tanto. Una cosa vi accomuna con il Dott. Esar: a Lucca pronunciò
parole di fuoco, tanto per usare un eufemismo, sugli uomini. In fondo state
facendo lo stesso. Ma allora, se vi facciamo così tanto schifo perchè non
date l'esempio andandovene, oltretutto noi Note siamo già condannate, non è
così?
Tutti parlano di certezze e di risposte, di vampiri e di utopie, ma non vi
rendete conto che le vere risposte si trovano in ognuno di noi dubitando
della risposta che ci siamo appeni dati?
E' lo stimolo che ci fa crescere, e quale miglior stimolo se non quello di
risolvere un dubbio, un mistero, un enigma? Purtoppo troppi di noi si
presentano come l'incarnazione stessa di una risposta. Dovremmo tutti quanti
ricordarci quanto Socrate disse, almeno secondo quanto riportato da Platone:
"il mio mestiere è l'arte della maieutica". Noi, penso, dovremmo ripartire
proprio da lì, con maggior umiltà da parte nostra e meno acrimonia da parte
di alcuni uomini e donne. Non abbiate paura di dubitare.
Jacopo Davanzati