Date: 1999/10/27 22.23
From: "Lan-T" <lanti@dynaware.it>
To: "PathosNET" <PathosNET@pathos.it>
Ricordate quando Roberto Voce lancio' l'allarme sulla sparizione di Marco
Anastasi, alias Edipo?
Questo e' il resoconto di quanto accadde quella notte.
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Il 4 ottobre, il giorno stesso in cui si e' avuta notizia della scomparsa di
Marco Anastasi dalla clinica in cui era ricoverato, io, Penelope Antisi e
Alex Gloom ci siamo mossi per cercare di scoprire chi lo aveva rapito e
perche'. L'unico indizio era l'ambulanza con cui Marco era stato rapito,
trovata abbandonata vicino a Gallarate.
Abbiamo girato in macchina nella zona per un po' di tempo. Poi ci siamo
fermati in un bar poco lontano dal luogo dove l'ambulanza e' stata
ritrovata. Li' Alex ha riconosciuto un tizio con i capelli rasati. Alex
disse di averlo gia' visto in Yugoslavia, a Novi Beograd, durante una sua
indagine.
Abbiamo seguito la macchina, una Golf nera, con cui il tizio si e'
allontanato, stando attenti a non farci proprio notare. La Golf si e'
diretta verso una zona di campagna ed e' arrivata ad una vecchia fattoria
abbandonata, circondata da campi incolti.
Siamo riusciti ad entrare ed a stordire l'energumeno che controllava il
cancello con uno stratagemma. Poi abbiamo forzato una finestra e siamo
entrati in uno sgabuzzino.
L'interno era buio e silenzioso, la porta d'entrata era sprangata, ma una
sottile luce proveniva dal fondo della stanza. C'era uno strano odore, come
qualcosa di malsano, qualcosa andato a male. Poi abbiamo sentito delle voci
concitate, degli spari! La fievole luce che filtrava da sotto la porta,
all'improvviso si e' spenta. Un attimo dopo la porta si e' aperta di scatto
e il tipo con i capelli rasati a zero si e' trovato davanti a noi tre. Quasi
immediatamente si e' lanciato dalla finestra, subito inseguito da Alex. Io e
Penelope siamo entrati di corsa nella stanza.
La scena era raccapricciante: su di un tavolo chirurgico giaceva un
corpo... probabilmente tutto quel che restava del corpo di Marco, anche se
irriconoscibile.
C'erano macchie di sangue sulla parete, ampolle con strani liquidi dentro,
una mano che pendeva dal tavolo, gli occhi sbarrati di un uomo grosso
disteso a terra, probabilmente morto.
A terra si lamentava un uomo che si teneva la spalla. Indossava un camice
macchiato di sangue, chiaramente non solo il suo, e con una mano cercava i
suoi occhiali. Gli occhi erano sbarrati per lo shock.
Non ho fatto in tempo a guardarmi intorno, che Penelope mi ha indicato
terrorizzata una bomba, con il contatore che velocemente si avvicinava allo
0:00!
Siamo scappati fuori, io strattonando con il dottore ferito, che gridava
dal dolore.
Poi e' arrivata l'esplosione. La casa e' esplosa con un boato incredibile.
Quando ci siamo ripresi della cascina non restava piu' alcuna traccia. Alex
non e' riuscito a fermare il naziskin, che e' fuggito in auto.
Siamo corsi in ospedale. Penelope era ferita da numerose schegge, io non
sentivo piu' nulla (e ho rischiato una lesione permanente alle orecchie). Il
dottore e' arrivato in ospedale in fin di vita. E' morto poco dopo. L'unica
cosa che ha detto, mentre spirava, e' :"Maledetto Rust....". Non so cosa
significhi.
Nelle seguenti due settimane i Carabinieri non ci hanno dato pace. Credevano
che fossimo coinvolti nelle organizzazioni malavitose che stanno
imperversando vicino a Milano, e poi c'era di mezzo un morto. Alex per
fortuna non era ferito, non e' venuto in ospedale e noi non abbiamo
accennato alla sua esistenza.
Siamo comunque riusciti a sapere qualcosa del dottore. Si chiamava Guglielmo
Zarolla, medico dentista di Milano. era una persona rispettabile, con uno
studio in S. Babila, noto benefattore. Non sembrano esserci legami tra lui e
la malavita organizzata.
Alla fine io e Penelope siamo riusciti a convincere i Carabinieri della
nostra estraneita' ai fatti, e pare che per ora ci stiano lasciando in pace.
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Stefano Lanticina, {Eris, Discordia di Psiche}