Date: 2000/05/19 09.44
From: "Andrea Gnesi" <a.gnesi@elbalink.it>
To: <PathosNET@pathos.it>
Attenzione parte di questo mex può sembrare inizialmente OT (o
quantomeno fuori dall'OdG2) ma io non credo, leggete fino in fondo,
perfavore.
From: Lucia Galasso <dp00675@flashnet.it>
>Sogno un Pathos in cui gli Arbitri siano coordinati tra loro, siano
>imparziali e si occupino esclusivamente dell'ambientazione manovrando i Png
>che servono a dare spessore alle nostre storie..
Io invece no! (tipica frase ad effetto per attirare l'attenzione
^___^)
Ritengo che Pathos (inteso come comunità) sia oggi nella necessità di
darsi dei paletti per poter continuare a vivere quest'esperienza che a detta
di tutti (almeno mi sembra) indipendentemente dai problemi attuali è stata
estremamente positiva.
Per prima cosa direi necessario porci la seguente domanda: la parte
"culturale" è (deve essere) preponderante, equivalente o sottomessa a quella
più puramente "ludica"? ovvero lo scopo R1 che deve far muovere i giocatori
è "narrare (e/o vivere) belle storie", "solo giocare (e divertirsi)" oppure
"vincere"?
Premetto che non sono razzista, oltre che ai gdr gioco ai Wargame, ai
Boardgame ecc, basta sapere quale è lo scopo ed io sono dispostissimo (e
spero in grado) di adattarmi perfettamente.
Io ho sempre ritenuto che il gdr fosse "non competitivo", e Pathos lo
fosse particolarmente con in più forte preponderanza per l'aspetto
"narrativo". Inutile negarlo anche io ho avuto l'impressione (non la
certezza!) che ci fosse chi "tirava" più a "vincere" ma onestamente questo
non mi disturbava, però con altrettanta onestà ammetto che ciò condizionava
la mia R3, cioè EDIPO (e prima Andrea Gnesi R3) avevano in antipatia coloro
(o meglio i loro alterego R3) che mi davano l'impressione di voler
"vincere". Questo però non l'ho mai sentito come un problema. Tutto rimaneva
in R3, aggiungeva "pepe" alla storia creando spessore alla personalità dei
PG.
Però oggi circolano frasi forti che investono giocatori che stimo. Si
vede che non tutti vivono queste (apparenti o meno) contraddizioni come me.
(ora mi faccio dei "nemici" ^___^)
Nuova domanda: Perchè?
Se ha me non interessa "vincere" ma solo "narrare e vivere" storie
meravigliose, non capisco cosa mi possa interessare se ad esempio Pinco
Pallino fa di tutto per "vincere". A meno che anche io non voglia, sotto
sotto, vincere.
Ma lui BARA!
E allora? La storia è "bella", ha colpi di scena, ti trascina al suo
interno, ti porta a confondere la R3 con la R1 (ovvero ti coinvolge)? Quante
volte uno scrittore o un regista "bara"? Molto più spesso di quanto si
creda. Quante volte ti fanno leggere o vedere qualcosa in maniera "distorta"
per ingannarti? Se sono bravi molto spesso. E perchè lo fanno? per vincere
naturalmente!!!!
La loro vittoria è il tuo divertimento e per ottenerlo stimolano ogni
corda delle tue emozioni.
Ovviamente, come in tutte le cose, il troppo storpia, per questo devono
esistere dei limiti e altrettanto ovviamente lo spostamento di info da R1 a
R3 rientra tra le cose vietate.
NOTA: attenzione non sto parlando di casi particolari (che rimangono
eccezioni e basta) ma di regole generali!
Non sto parlando di nessuno dei presenti ne degli assenti.
Ritorniamo a bomba
Sembra essere universalmente (o quasi) condivisa la visione di Pathos
come Comunità Virtuale SIA ludica SIA letteraria (in percentuali forse da
chiarire).
Ma quali sono gli elementi che forgiano una buona narrazione? le
EMOZIONI (chissà perchè i creatori di Pathos hanno scelto di forgiarlo
proprio attorno ad esse) che si trasmettono dall' R3 (che non è solo quella
nostra ludica, ma è anche quella in cui vive il personaggio di un libro
mentre lo stiamo leggendo) all'R1. Più forti sono queste emozioni più forte
è il coinvolgimento del lettore e la qualità del libro.
Per questo non ho mai amato (accettato si, amato no) il "volemose bene",
perchè troppo poco Pathos e narrazione sviluppa.
Pertanto:
Sogno un Pathos in cui gli Arbitri-Master (non solo Arbitri, vedi sotto)
non siano del tutto coordinati tra loro, anzi in "competizione" tra loro,
con lo scopo di dare ai giocatori elementi per fornire spessore ai loro PG e
all'ambientazione. Questo perchè comunque è innato nell'essere umano
l'istinto di competizione ed è elemento generante di forti emozioni (perchè
la gente si esalta per un gol di un giocatore, manco l'avesse fatto lui
stesso?, perchè c'è chi si rovina con le slot?, perchè ...) e pretendere di
tenerlo fuori dal Pathos è una pia illusione. Allora molto meglio
regolamentarlo, strutturarlo, limitarlo (ma non eliminarlo, per lascare
sempre la valvola di sfogo) ma soprattutto accettarlo. Anche perchè la
tecnica dello "struzzo" è solo stupida: Dire che Pathos non è competitivo
funziona ... finchè qualcuno non frega la Lancia a qualcun'altro e qualcuno
tra i primi si sentono "vincitori", tra i secondi "sconfitti" e magari
qualcuno anche "fregato" o "imbrogliato".
Inoltre il fatto che anche uno solo giochi per "vincere" (e su duecento
persone non so se voi potete mettere la mano sul fuoco che non ce ne sia
almeno uno), se la cosa non viene regolata ma solo ignorata, causerà
un'effetto di rivalsa che porterà (sul breve,medio o lungo periodo non
importa) altri a giocare per "vincere" a loro volta.
Non tutto quello che ho detto potrà essere condiviso, anzi spero di
spezzare l'apparente pacatezza e concordia presente in quest'assemblea. Vi
ricordo che non siamo qui a discutere perchè qualcuno ha detto: "Forse c'è
un piccolo problema". Siamo qui perchè si è arrivati alle offese e agli
attacchi personali, al "io con quello non ci gioco più" e al "lui BARA!".
Per questo l'apparente universalità dei concetti dibattuti mi lascia
perplesso e mi fa pensare che molti si adeguano per comodità, pigrizia,
sudditanza o altro.
Allego risposte sintetiche alle domande dell'OdG2
>2) Nel "Progetto" si dice che PATHOS e' "un GdR dal vivo senza master". E'
ancora vero questo?
Si, ma forse è più corretto dire che Pathos è un gioco a masterizzazione
diffusa
>E poi: e' davvero possibile?
Secondo me potrebbe.
>Dopo tre anni di gioco siamo in grado di affermare che questo modo di
giocare funziona?
Non del tutto, perchè è sentita da parte di alcuni (pochi o molti non
importa) la necessità di una figura forte al di fuori (o al di sopra) delle
parti (vedi ARBITRATO), ma probabilmente c'è un'errore nella richiesta. Ciò
che potrebbe essere di soluzione è una maggiore chiarezza e comunanza di
intenti, limiti e strumenti.
>Master non sempre significa "Arbitro". Ma allora dobbiamo precisare quali
sono le funzioni degli Arbitri e separare il loro ruolo da quello dei
giocatori?
No infatti, nel mio modo di vedere Pathos il Master (che non è unico ma
collettivo) è una figura demiurgica, mentre l'arbitro (che può essere
collettivizzato solo in piccola parte) è più semplicemente un "burocrate"
che derime le controversie regolamentari, seleziona e coordina l'analisi di
nuovi sviluppi di gioco e poco più.
> Arbitri o Giocatori?
Io modificherei in: "Arbitri, Master o Giocatori?"
Secondo me, con i giusti paletti, si può essere tutte e tre le cose.
Prima di sbranarmi, leggete due volte questo mex, non pretendo di essere
custode della verità assoluta ne di non aver detto qualche stronzata (almeno
ai vostri occhi, ai miei no, perchè altrimenti avrei evitato) ma forse
qualcosa di giusto potrei anche averlo scritto.
Andrea Gnesi R1 - Avvocato dell'assenza (^___^)