Date: 2000/05/22 16.04
From: "Andrea Gnesi" <a.gnesi@elbalink.it>
To: <PathosNET@pathos.it>
> 7) Il "gioco politico" in R3 a lungo andare guasta i rapporti in R1, per
> molte ragioni. O perche' il gioco viene usato per punire in R3 un
giocatore
> che ci e' antipatico in R1. Oppure perche' il conflitto in R3 e'
> impossibile o fastidioso con amici con cui condividiamo la pizza e le
> vacanze. Ecco allora che "facciamo del male" in R3 solo a coloro che non
> conosciamo davvero in R1. Questo vale anche per gli Arbitri o solo per i
> giocatori? Se e' cosi', non sarebbe meglio lasciar perdere il "gioco
> politico" e mettere tutto il Pathos contro i Nemici Kattivi e buona notte?
>
> Evidentemente non si escludono del tutto l'un l'altro, pero' e' una
> questione di pesi e di misure.
>
> Il termine ultimo per gli interventi su settimo punto e':
Intanto non ritengo che il gioco politico possa essere evitato, almeno
per come è impostato attualmente Pathos. Finchè esistono oggetti di "potere"
che danno (più o meno) vantaggi e finchè vi è una situazione di conflittuale
di tipo "ideologico" (es. partire-non partire) il gioco politico nascerà
spontaneo, per non parlare del naturale stimolo ad emergere all'interno di
un gruppo.
Nel passato comunque "giochi" politici ve ne sono stati molti e non
certo tutti con conseguenze negative o violente. Un'esempio è la nascita e
la vita stessa di Freedom.
Ciò premesso occore chiarire cosa intendo per "gioco politico". In
questa categoria possono ricadere molti tipi di "giochi", le due forme più
consuete sono:
Il gioco politico-competitivo (che più avanti chiamerò solo politico)
il gioco politico-costruttivo (che più avanti chiamerò diplomatico)
il primo modo di giocare è quello più rischioso, e consiste in tutte
quelle azioni volte ad ottenere vantaggi attraverso gruppi di potere,
alleanze, attacchi diretti .... Tipico risultato che ci attende in vista del
confronto tra fazioni (partire/non partire). Il gioco politico (che pure può
essere estremamente divertente e stimolante) dovrebbe essere limitata al
massimo perchè prevede obbligatoriamente un vincente (individuo o gruppo) e
un perdente (individuo o gruppo) nonchè porta ad una forte immedesimazione
riducendo così la distanza individuale tra R1 e R3. Se non tutti riescono a
seguire la filosofia del "chissene" o a evitare infiltrazioni tra R o a
comprendere che certi attacchi personali portati con particolare violenza
nascono e agiscono solo in R3, i problemi non mancheranno.
Per spiegare cosè il gioco diplomatico porto l'esempio di LI (che ormai
è accertato fosse solo uno spunto esclusivamente R3). Edipo (io) e Darknight
si sono impegnati in uno scontro diplomatico per cercare di ricucire uno
strappo che si era formato nel Pathos, pur cercando ottenere miglioramenti
(o di concederne il minor numero), lo scopo era riavvicinare le posizioni ed
eliminare i contrasti. Il gioco diplomatico difficilmente può creare
problemi perchè, anche quando fallisce, i coinvolti sono stati mossi da
scopi convergenti. Non credo proprio che Dark abbia sviluppato odio in R3
verso Edipo per il suo tentativo di riportare i "ribelli" su una linea più
ortodossa, a ancora di più non credo che sia possibile che Yoshi abbia
sviluppato contrasti in R1 con Andrea Gnesi a causa di questo gioco
diplomatico.
Se effettui un gioco politico e sei bravo (Andreotti per fare
un'esempio), sai accettare le sconfitte e non calchi le vittorie ma
soprattutto non crei contrasti o attriti troppo forti, perchè sai che al
prossimo "scontro", pagherai l'ostilità che ti sei creato. Se non sei così
bravo rischi di far esplodere tutto.
Con un gioco diplomatico al massimo non concludi nulla e molto
difficilmente crei contrasti.
Il gioco "politico" (stavolta inteso in tutte le sue forme), permette
maggiori sbocchi narrativi e di sviluppo del personaggio e
dell'ambientazione del gioco avventuroso (almeno a mio avviso), perciò io
sono favorevole ma con le dovute cautele, forme e modi. Puntando su quelle
forme più diplomatiche e costruttive si, puntando sullo scontro a tutto
campo no.
Purtoppo questo discorso mi porta a dire che, forse, è stato un'errore
il fatto che gli eterni si siano espressi in modo differente (o non chiaro)
sul tema del partire, perchè questo può (se non lo ha ancora fatto) generare
conflitti forti. Anche i Sigilli e i pezzi del Graal probabilmente
andrebbero ripensati in modo da rivestire minore importanza (e sviluppare
minore cupidigia).
Andrea Gnesi