Date: 2000/05/23 14.01
From: Massimiliano Simonasky <miscredente@yahoo.com>
To: PathosNET@pathos.it
--- Nella Picco <nella.p@pronet.it> wrote:
> fino a che ci sara' la percezione (corretta o non corretta, non
> entro nel merito... la verita' assoluta non esiste nei rapporti
> umani, esistono le percezioni e gli stati d'animo delle persone)
> o anche solo il sospetto di pazialita' da parte di chi e' motore
> della narrazione credo sara' ben difficile riprendere serenamente
> a raccontare le nostre storie.
>
Ma il problema, Nella, non è nel Pathos, né nelle persone accusate
di essere parziali.
Il problema è in chi ha questi sospetti.
Io, tu, nessuno può farci nulla se qualcuno sospetta che pincopallo
si fa dei non meglio identificati cazzi suoi quando dovrebbe fare
l'arbitro.
Né servirebbe a nulla se il "sospettato" si prostrasse fustigandosi
e chiedendo perdono.
Non parliamo poi della somma inutilità a questo riguardo di un
qualunque
set di nuove regole.
La dimostrazione scientifica dell'esistenza di un qualche mostro che
usa il suo potere di Master per far vincere (?!) il suo personaggio,
poi, porterebbe ancora a meno, perché non ti garantirebbe che appena
si ricomincia non ne esca fuori un altro uguale.
Il problema non è nel Pathos, il problema è nella natura del gdr, in
cui tutto (TUTTO!) gira attorno alla fiducia totale che i giocatori
ripongono nel Master.
Io, come chiunque abbia giocato ai gdr più disparati per quasi 20
anni, ne ho viste di tutti i colori. Master (me compreso) che
spiaccicano con gusto i personaggi di giocatori antipatici, Master
splatter che massacrano il gruppo perché gli fica così, Master
tetragoni
che se hanno deciso che lì c'è un Tarrasque, lì c'è un Tarrasque pure
se il gruppo è nel guano e si torna tutti a casa litigando, altri che
quella sera gli girano le scatole e il mago del 15º livello muore per
un critico di un coboldo apparso dal nulla... per non parlare delle
paranoie dei giocatori, che lì c'è veramente da scriverci un libro
(ho già il titolo... che ne diresti di "La maschera e il volto"? :o)))
Il fatto è che il gioco non è un'entità separata dalla realtà, come
il personaggio non è separato dal giocatore.
Non è il Pathos che deve crescere, ma i giocatori.
O, se vogliamo, la comunità dei giocatori, in questo caso.
Non dobbiamo fare del Pathos un "Universo User-friendly", tanto per
parafrasare la citazine di qualcuno di noi, cioè un sistema perfetto
in cui chiunque entri si trovi perfettamente a suo agio da subito.
Pathos è un gdr, e per di più socialmente assai più complesso del
solito. Partecipare ad una cosa del genere non può prescendere da
un certo "percorso". Maturazione, adattamento, chiamalo come vuoi.
Personalmente preferisco la seconda che ho detto.
Ho apprezzato il tentativo di Luca di far uscire i problemi "facendo
finta" di parlare del Pathos, ma siamo purtroppo entrati in un
circolo chiuso e quindi Luca, che a riguardo è un professionista (vero)
meglio persino di Pippo Baudo, è intervenuto spezzando il cerchio e
annunciando la riapertura della R3.
Penso che la decisione sia impeccabile.
Né è detto che tutto questo chiaccherare apparentemente a vanvera non
sia servito a nulla. Probabilmente adesso c'è una superiore coscienza
generale dei problemi (e dei comportamenti che ne conseguono), rispetto
a prima della discussione.
L'alternativa sarebbe dichiarare inutile la discussione, e chiuso il
Pathos.
Francamente, preferisco ricominciare.
Max
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