Date: 2000/05/24 02.27
From: "Fabio di Callisto" <fgalimb@tiscalinet.it>
To: <PathosNET@pathos.it>
Non so veramente cosa dire...
Vedere Pathos trasformato in un pollaio dove ci si scambiano insulti e
accuse mi fa, francamente, un po' tristezza....
E mi fanno rabbia quei giocatori che continuano a dire basta... cosa
c'entra questo con Pathos... questi sono scazzi personali... vedetevela tra
di voi e continuiamo a giocare.
E' sotto gli occhi di tutti che Pathos e' al collasso.
Che sia possibile salvarlo,e in che maniera, io non so.
Serva almeno questa esperienza a insegnarci qualcosa.
Ecco quello che ha insegnato a me.
Sono stati tre anni splendidi.
Pathos e' una delle esperienze piu' coinvolgenti che abbia mai avuto.
E per questo ringrazio tutti quelli che hanno partecipato.
Tutti i Giocatori.
Tutti gli Eterni.
Tutti gli Archivisti.
Tutti i Presidenti.
Ma forse, proprio in questi coinvolgimento c'erano i semi di quello che e'
successo in seguito.
Ho visto PAthos trasformarsi sempre di piu' in una esperienza che aveva piu'
a che fare con la R1 che con la R3.
Forse a causa del numero crescente di giocatori, forse a causa della
lunghezza della esperienza, forse a causa della sua profondita', il gioco si
e' sempre piu' intrecciato con la vita, senza che nessuno di noi ne capisse
le conseguenze.
Amori tradimenti, pettegolezzi, amicizie rotte o nate, dispetti e vecchi
rancori, accuse e giustificazioni, piccole ipocrisie e grandi sospetti.
Tutto questo ha preso via via uno spazio maggiore, forse inevitabilmente, e
drenando sempre di piu' le energie legate al gioco.
Con il senno di poi mi e' facile sostenere che Pathos doveva essere fermato
qualche mese fa, per riflettere su uno splendido strumento che si stava
dimostrando inadeguato a fronteggiare tutto questo, prima che i rapporti si
guastassero, prima che il tutto somigliasse piu' ad uno psicodramma
collettivo che ad un Gioco di Ruolo.
Continuo a vedere persone con cui ho passato parecchie serate piacevoli, con
cui ho diviso gioco, simpatie ed emozioni che abbandonano.
Non posso certo biasimarle, ma posso certamente esprimere tutto il mio
dispiacere.
Mi rimane un dubbio, che cerco di esprimere nella maniera piu' chiara
possibile.
Ma siete proprio sicuri?
Non e' che per caso tutti noi abbiano portato dentro Pathos un po' troppo?
Troppe voglie, troppe ansie, troppi bisogni di affermazione, troppe
frustrazioni?
Non e' che, a pensarci bene, Pathos, nel suo assoluto chaos, funzionava bene
e che il giocattolo si e' rotto per colpa di equivoci e rancori che vengono
da altre parti?
Non e' che ognuno di noi non e' stato capace di dire scusa, ho sbagliato,
e neanche di fare ogni tanto un passo indietro?
Fabio Galimberti