Kronos -- [pathosNET] Stati generali del pathos: verbale della discussione

Date: 2000/06/13 07.34
From: "Kronos" <kronos@pathos.it>
To: PathosNET@pathos.it


Bene... eccomi qua a tentare di riassumere in poco spazio qualche ora di
discussione, coadiuvato solo dagli scarni appunti che sono riuscito a
prendere mentre ero impegnato a tenere a bada i più scalmanati...

Ovviamente saro' impreciso, incompleto, fazioso e scorretto in questo
resoconto. Non vogliatemene. Sapro' sicuramente fare di peggio più
avanti...

I presenti alla riunione li ha già elencati il presidente, una trentina,
grossomodo... forse pochi, forse abbastanza, difficile dirlo. Comunque il
risultato dei questionari, che rappresentano un campione sicuramente molto
più rappresentativo della comunità dei giocanti, ha costituito il fulcro
della discussione (almeno in teoria) e questo dovrebbe aver garantito
maggiore validità alle decisioni prese (poche, in verità).

Il primo punto all'ordine del giorno infatti prevedeva la presentazione
dei risultati del sondaggio, per bocca del presidente, e che è già stato
pubblicato e quindi vi risparmio in questa sede.

Dopodichè si è passati ad una serie di interventi che avevano la finalità
di analizzare la passata crisi di legittimità della narrazione, proporre
punti di vista e soluzioni. E' stata una parte molto corposa del
pomeriggio. Cerchero' di riassumere alcuni degli interventi, se
malinterpreto il pensiero di qualcuno, correggetemi:

Ha aperto le danze Fabio d'Andrea, che essenzialmente ritiene che le cose
potrebbero funzionare molto meglio se si desse la priorità alla logica
della narrazione, mettendo in secondo piano protagonismi e competitività
legati alla sorte dei personaggi che alla fin fine poca influenza hanno
sulla narrazione in generale. Fabio ha anche proposto di ricercare questa
unità narrativa attraverso un vero e proprio meccanismo decisionale basato
su un'"estetica condivisa", ossia sulla discussione generale, in apposita
sede, di varie possibili svolte narrative che vengano proposte dai singoli
giocatori, che produca il risultato finale della narrazione stessa.

Ha subito ribattuto Gloria Sadun che secondo lei, invece, non tutto puo'
essere pubblico ma anzi, che lo spirito del gioco e del divertimento è
anche in quella parte di segreto (in R1), garantito da un gruppo ristretto
di arbitri, che permetta di mantenere quel senso di meraviglia che
comporta, in genere, una maggior gratificazione nel gioco e facilita un
livello più alto di sospensione di incredulità.

Ha riportato l'ago dalla parte della narrazione Raffaele (c'e' forse
bisogno che dica il cognome?), che in realtà pero' smonta in parte
l'argomento sostenendo che gioco e narrazione non sono contrapposti, ma
vanno visti nella medesima ottica; in pratica, giocare usando la
narrazione e viceversa. Inoltre, il fatto che si sia deciso di rispettare
un forte parallelo con la R1 comporta che spesso il risultato della
narrazione debba tenersi dentro binari ben precisi e quindi, in pratica,
si possa più facilmente giocare in maniera concordata in quanto c'e' poca
incertezza sull'esito finale della storia.

Elio Di Giovanni ha spostato il discorso dal rapporto tra gioco e
narrazione al problema della figura e del ruolo dei personaggi-arbitri.
Rifacendosi a passate esperienze in LARP di diversa natura, ha posto
l'accento sul fatto che se giocatori che dovrebbero ricoprire un ruolo
arbitrale si calano nei panni di un personaggio della vicenda che viene
messa in scena è fin troppo grande la tentazione di approfittarsi del
privilegio del master per "piegare" le sorti della partita in maniera
favorevole a quel personaggio, che da secondario si trasforma in
protagonista, a scapito dei personaggi "normali". Per quanto riguarda
l'importanza della narrazione, Elio pur ribadendo che questa ha
un'importanza senza dubbio prioritaria sostiene che tuttavia non si possa
prescindere da una parte giocata, che ha appunto la funzione di generare
spunti ulteriori di narrazione.

Angelo Americo (ci ho preso stavolta?) ha suggerito di non sforzarsi di
imporre l'uno o l'altro modello, ma di individuare, se esistono,
meccanismi che consentano ad ognuno di intervenire e partecipare nel modo
che gli è più congeniale, permettendo quindi a tutti di portare il loro
contributo senza che si debbano sentire forzati a muoversi in ambienti a
loro non congeniali. E ritiene che un meccanismo utile, tra gli altri, sia
quello di insistere su una responsabilizzazione globale per cui ogni
partecipante al progetto si preoccupi di non imbarcarsi in imprese
caratterizzate da un respiro troppo ampio e potenziabilmente
destabilizzante per l'intera struttura.

Cristiano Finocchi si schiera decisamente contro l'idea di ricorrere
all'impiego generalizzato di strumenti narrativi, in quanto ritiene che
solo in casi particolari e piuttosto limitati ci sia davvero l'occasione
di concordare l'esito dei confronti, ma che in generale non sia possibile
risolvere un confronto tra pari se non con un meccanismo assolutamente
oggettivo. Oggettività che ritiene irrinunciabile anche da parte degli
arbitri, che dovrebbero a suo parere rinunciare alla possibilità di
cambiare trame e decisioni estemporaneamente sulla base delle decisioni
dei giocatori, in quanto questo puo' portare a contestazioni e situazioni
confuse. Infine, propone che per evitare eccessive immedesimazioni di
arbitri nei PNG, eterni compresi, questi ultimi non debbano mai essere
utilizzati in maniera esclusiva ma siano impiegati con una logica di
"scuderia", ovvero come una risorsa che viene usata dall'uno o dall'altro
arbitro a seconda delle necessità.

Alex de Pace dice che se si mette al centro dell'attenzione il gioco
politico, automaticamente ci si solleva una gran parte di difficoltà in
quanto il gioco politico non necessita di un artbitraggio particolarmente
intenso.

Stefano Masi individua come prerequisito indispensabile per far funzionare
una narrazione collettiva una grossa flessibilità da parte degli arbitri,
che devono saper seguire i contributi dati dai giocatori e piegare la
storia in modo che tenga conto del loro apporto, anche di quello
decisionale. Secondo Stefano, non c'e' nessun motivo per cui chi riveste
un ruolo arbitrale non possa anche gestire un proprio personaggio.

Teo Mora ha ritenuto di vedere una profonda contraddizione tra la
discussione in sala, che si andava orientando verso una certa preferenza a
meccanismi narrativi e condivisi, e il risultato del sondaggio che invece
manteneva al centro del gioco l'aspetto politico e competitivo. Ovviamente
questa quindi è una contraddizione da sanare.

Piermaria Maraziti ha detto che il fulcro della narrazione condivisa, dal
punto di vista strumentale, è l'impiego dell'incertezza, ovvero il
lasciare volutamente non definite e non decise a priori alcune parti della
narrazione in modo da lasciare spazio per tutti.

Laura spinsanti ha chiarito come in realtà non ci sia un comune sentire su
dove si ponga la linea di demarcazione tra "gioco" e "narrazione", e di
come sia importante anche trovare un limite condiviso; ha aggiunto poi che
pur essendo importanti i "segreti" di gioco questi in realtà, per essere
davvero fonte di divertimento, non devono rimanere tali, o non servono a
granchè.

Io ho qui riassunti i principali interventi, ma durante ognuno di questi
ce ne sono stati parecchi altri, sotto forma di domande e risposte
estemporanee, che va davvero al di là delle mie possibiltà riassumere.
Spero di aver dato almeno un'idea.

A questo punto un lungo intervento del Presidente ha riportato l'assemblea
verso il successivo punto dell'OdG, e cioè verso una fase più
decisionistica e più focalizzata al problema in esame.

Essenzialmente i punti su cui ci siamo sforzati di prendere una decisione
sono stati pochi, e qui saro' ancora più conciso nel riportare le
discussioni:

- l'allargamento del gruppo arbitrale, e la distinzione tra ruolo
arbitrale e ruolo attivo
  dettato da ragioni di opportunità, ma anche di effettiva scarsità di
risorse, al crescere dell'impegno richiesto. Su questo punto la maggior
parte dei presenti ha ritenuo di affidarsi al giudizio dell'attuale
gruppo, che quindi sceglierà a chi proporre l'incarico; chi accetterà
passerà a tutti gli effetti al ruolo di arbitro a tempo pieno e quindi
abbandonerà il suo eventule PG, che diventerà eventualmente un PNG.
 Per aiutare ulteriormente, cercheremo anche di responsabilizzare
maggiormente una fascia di arbitri cosiddetti "di secondo livello" che,
pur non rinunciando al loro personaggio e continuando a partecipare di
quando in quando al gioco si prestino a fornire opera di supporto al
gruppo degli arbitri "di primo livello" in alcune situazioni.

- la creazione di un codice di autoregolamentazione tra arbitri

    di nuovo, una misura dettata dalla contingenza. Credo si possa dire
che la cosa è stata accolta in maniera abbastanza tiepida, comunque questo
sarà il primo compito che il consiglio degli arbitri dovrà affrontare dopo
l'allargamento.

- la stesura definitiva del documento programmatico
    a seguito di una pubblica lettura e di una votazione dettagliata sui
singoli passaggi, abbiamo cercato di redigere una stesura più omogenea del
documento programmatico, eliminando elementi contrastanti e chiarificando
punti controversi, cercando di rispettare il più possibile le preferenze
di tutti. Il risultato di questo lavoro verrà pubblicato dal Presidente
sul sito ufficiale (se non lo ha addirittura già fatto).

Phjew!
Basta, vado a letto.
Per chi mi legge in 'Net, scusate l'interruzione e continuate pure a
giocare; per i tecnomani, scannatevi pure, io adesso mi cheto.

Buon proseguimento



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