ROMA - Ammesso che, come scriveva Oscar Wilde,
vi siano "tanti Amleti
quante malinconie", esiste la concreta possibilità di diventare uno di
questi Amleti. E persino di attribuirgli una
caratteristica diversa dalla malinconia, di farlo diventare fanfarone come Falstaff, scellerato come Riccardo III o idealista come
Bruto: in questo ultimo caso, è bene sapere che il
suo obiettivo sarà quello di trasformare la monarchia danese in una
repubblica democratica.
Naturalmente è un gioco: ma serio, come tutti i giochi di ruolo. Questo
appartiene alla variante che si chiama gioco di narrazione (in cui i
giocatori creano insieme delle storie, facendo a meno dei dadi e a volte
aiutandosi con costumi e oggetti di scena): si chiama On Stage!, è stato ideato negli anni Novanta dal sociologo Luca
Giuliano con una formula di destrutturazione e riappropriazione
dei classici che si è estesa velocemente da Shakespeare
fino ai capolavori della letteratura, del cinema, dei fumetti. Funziona così:
si prende un testo e se ne ricavano dei personaggi-archetipo (la vittima, il
crudele, il subdolo, la seduttrice). Ad ogni giocatore spetta animare il
proprio personaggio con un´identità stabilita (si
può decidere che il subdolo Polonio, per dire, sia l´eroe positivo della
situazione) e una missione coerente con il suo carattere, e farlo interagire
con gli altri in intrighi, amori, tradimenti, lotte per il potere. Tematiche che non appartengono solo a Shakespeare:
difatti le espansioni di On Stage! prevedono un
numero impressionante di sceneggiature. Volendo, si può essere per una sera
Don Giovanni o Buzz Lightyear,
Orlando paladino o Dylan Dog, e si può scegliere se
reinventare Antigone o un film di Nino D´Angelo.
On Stage! è uno dei giochi sperimentati a Roma lo
scorso weekend, a FNORDcon, la convention di giochi
di narrazione su iniziativa di alcune fra le maggiori associazioni ludiche
italiane. Un´iniziativa che smentisce subito chi è
ancora convinto che i giochi di ruolo siano legati indissolubilmente al
genere fantasy: iscritti e semplici visitatori si
sono ritrovati fra i mercenari dell´Italia
rinascimentale, nella Trieste austro-ungarica, su un dirigibile sperimentale
durante la Guerra fredda, nella Belle Epoque, nell´Aleph di Borges, tra gli Jedi di Star Wars.
Dietro la riunione, un aumentato interesse anche da parte delle istituzioni
(il Comune di Roma, per esempio, sta organizzando una serie di incontri per avvicinare le famiglie al role playing), e una passione
antica. C´è il manifesto di un gruppo ludico, Flying
Circus, che spiega molto bene le radici di quella
che potrebbe sembrare una stravaganza e che ha invece anticipato persino le
attuali avanguardie letterarie: "Prima di Internet,
prima degli sms, prima delle automobili, prima
della scrittura e prima delle città, già esistevano le storie. Era il
principio, e l´umanità trovava nella narrazione e nel racconto uno dei modi
più autentici per incontrare altre persone". L´idea è che quella modalità non soltanto non sia stata superata dalle
tecnologie, ma che grazie ad esse si sia rafforzata. Dice Daniele Lostia, uno degli organizzatori di FNORDcon:
«Sta diminuendo la passività di chi ama le storie, e che sempre più desidera
vivere in prima persona e insieme ad altri quel che
fin qui ha visto in televisione, ha letto sui libri o ha semplicemente
immaginato».
Quelli che si incontrano per raccontare si sono
rivolti molto presto alla letteratura. Racconta Alberto Panicucci
del gruppo romano RiLL: «Questo modo di giocare ha
avuto il grande merito di incuriosire persone che
non avrebbero mai accettato di impersonare un cavaliere in un´avventura fantasy. E di far aumentare il
numero di giocatrici. Le donne sono più ricettive e narrative: per loro,
giochi come On Stage! sono perfetti". E alla prevedibile accusa di tradimento dei classici, Panicucci risponde così: «E´
vera: il nostro è un assoluto tradimento e, insieme, un atto d´amore. Molti
non vanno a teatro ma perché i grandi testi vengono
resi noiosi da certo insegnamento scolastico. Ma
quando li interpretano, reinventandoli, li scoprono».
E, certo, li amano.
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